Epidemie

Anche in passato le epidemie che colpivano la popolazione portavano a decisioni drastiche per impedire il contagio. Proponiamo qui alcuni documenti riguardanti le epidemie di influenza e di morbillo nel 1920 e nel 1946. Oggi come allora i metodi non sono cambiati molto.

 

1. Lettera dell’ufficiale sanitario al sindaco di Ostiglia, scritta con inchiostro rosso, che raccomanda di non concedere permessi per feste da ballo poiché si sono manifestati casi gravi di influenza. (17 gennaio 1920)

2.  Ordinanze emanate dal Prefetto di Mantova per il pericolo della diffusione dell’influenza. Si dispongono i seguenti comportamenti: evitare o limitare il soggiorno in luoghi chiusi e affollati come teatri, cinematografi e caffè; curare l’igiene del suolo e dei luoghi pubblici con accurata e frequente spazzatura; disinfettare una volta alla settimana sotto il controllo dell’ufficiale sanitario gli uffici pubblici e privati, gli esercizi pubblici, le chiese, le scuole, i teatri, i cinematografi, i caffè, i ristoranti e i mezzi collettivi di trasporto; mantenere accurata sorveglianza su alimenti e bevande; trasportare direttamente al cimitero le salme dei morti con complicanze influenzali; ricoverare i colpiti da forme influenzali, complicate da bronco polmonite, in locali appositi di isolamento e separarli da quelli che accolgono malati di altre affezioni; limitare le visite negli ospedali; procedere alle opportune disinfezioni degli indumenti dei colpiti e dei locali dove si trovano. (3 febbraio 1920)

3. Ordinanze emanate dal sindaco per il pericolo della diffusione dell’influenza: 1) disinfettare “fortemente” teatri, caffè, cinematografi, ristoranti e pubblici esercizi, 2) disinfettare i ritrovi per veglioni e feste da ballo prima e negli intervalli del trattenimento. Si specifica anche che l’ufficiale sanitario ispezionerà i locali e potrà ordinarne la chiusura se le condizioni igieniche lo giustificheranno. (12 febbraio 1920)

4. Lettera dell’ufficiale sanitario in cui denuncia che il Comune è minacciato da un’epidemia di morbillo, specificando che ci sono già sei casi e il focolaio si trova presso le scuole dirette dalle suore. Il dottore chiede al commissario prefettizio di ordinare la chiusura di tutte le scuole per almeno quattro settimane per evitare che la malattia, attaccando persone più avanti negli anni, varchi “i limiti della leggerezza” e diventi più grave. (16 giugno 1920)

5. Disposizione del sindaco di Ostiglia relativa alla sospensione della Festa dei bambini, da tenersi presso l’Ente Nazionale Assistenza ai Lavoratori (ENAL); inoltre a causa della diffusione dell’epidemia di morbillo si dispone la chiusura delle scuole. (26 febbraio 1946)

6. Comunicazione del sindaco di Ostiglia alla Regia Prefettura riguardante la chiusura per dieci giorni, disposta dall’ufficiale sanitario, delle scuole elementari, degli asili infantili e dell’asilo nido dell’Opera Maternità e Infanzia (ONMI) a causa dell’epidemia di morbillo con complicazioni polmonari che aveva già provocato 3 casi letali. (28 febbraio 1946)

 

Il materiale è conservato presso l’Archivio Storico Comunale di Ostiglia, nella Categoria 4 (Sanità e Igiene).

Questa pillola d'archivio è stata curata dalla dott.ssa Chiara Manzoli (Coop. Charta di Mantova)